Se di notte sognate di fare gli archeologi da campo e non riuscite a dormire perché siete tormentati da immagini di trincee, sondaggi, pale, picconi e cazzuole ma allo stesso tempo non volete sottostare alle imbarazzanti condizioni in cui questo tipo di lavoro è sottoposto in Italia, forse potreste iniziare a pensare a un’esperienza all’estero; se poi questa esperienza all’estero pensavate di concretizzarla su di un’isola ventosa, umida e dove non smette quasi mai di piovere allora questo articolo è fatto per voi!
Premetto da subito che ci possono essere altre vie e scorciatoie per coronare questo vostro sogno malato, i 5 step qui proposti sono quelli più comuni per chi arriva dall’Unione Europea.
Primo passo: trasferitevi in UK. Ebbene sì, sebbene gran parte degli annunci di lavoro siano online e non ci siano problemi pratici nel mandare la vostra application dall’Italia, non avere un indirizzo inglese può comportare qualche problema. Se invece non avete intenzione di muovervi, conoscere già qualcuno oltremanica all’interno del settore che possa farvi da reference vi aiuterà molto.
Dove mi trasferisco? Dove vi pare. Londra è la meta più ambita, quella dove è più facile trovare un lavoro a caso mentre se ne cerca uno come archeologo ma è anche la più cara. Il mio consiglio è: trasferitevi ovunque ci sia già qualche amico/amica che vi possa dare una mano all’inizio (evitando magari di occupargli/le il divano per tre mesi), se non ne avete a quel punto it’s up to you.
Secondo passo: spulciare Bajr.org tenendolo quotidianamente d’occhio. Bajr infatti raccoglie la maggior parte delle offerte di lavoro nel mondo dell’archeologia da campo inglese. Vi si possono trovare annunci per zappatori ma anche per surveyors, illustratori, esperti di materiali, manager, direttori di scavo, consulenti, ecc… Il sito è utile anche per farvi un’idea delle capacità richieste, raccogliere informazioni sul settore e altro ancora. Ricordate che siete in UK e agli Inglesi piace presentare le cose in maniera altisonante, quindi non fatevi spaventare troppo dai requisiti. Spesso un minimo di esperienza è sufficiente e il lavoro potrebbe rivelarsi molto più semplice di quanto presentato nell’annuncio. Insomma non vi scoraggiate se non siete Superman in tutti i requisiti richiesti.
Terzo passo: documenti. Mentre spulciate Bajr.org e vi guardate un po’ intorno, destreggiandovi nella grigia Inghilterra, piangendo perché non usano il bidet e fanno la carbonara con la cream, potrebbe essere utile iniziare a fare almeno tre cose: la sacra triade è composta da NIN, “proof of residence” e conto in banca.
Il NIN (National Insurance Number) è un numero. Questo numero è fondamentale per pagare le tasse e per avere un contratto regolare, una sorta di codice fiscale.
La “proof of residence” è la prova della vostra attuale residenza in UK, vale un contratto d’affitto o una bolletta a voi intestata oppure, se siete ancora ospiti di qualcuno, basta una lettera della persona alla quale state scroccando il divano che certifichi il vostro stato di scrocconi in UK. Il conto in banca è forse l’ultimo passo da fare e conviene aprirlo dopo che avrete un contratto di lavoro in mano.
Per ognuno di questi passaggi, soprattutto per il NIN, troverete guide e articoli a cataste sul web che ve li illustreranno più nel dettaglio.
Quarto passo: passate il test per la CSCS card. Si tratta di una tessera che attesta che siete sufficientemente intelligenti da poter lavorare in un cantiere senza uccidervi e causare incidenti. Il sistema sta cambiando leggermente quindi vi conviene seguire il loro sito. Dovrete superare un test a crocette chiamato “Health and Safety & Environment”, il 90% delle domande sono fattibili con un po’ di buonsenso, purtroppo per il 10% che rimane serve un minimo di studio. Se volete comprare il libro sappiate che lo si trova a prezzi più economici di quelli del sito ufficiale. L’esame è disponibile in una miriade di lingue ma NON in Italiano, quindi potrebbe valer la pena di studiarvi un po’ di termini tecnici da cantiere e vi converrà sapere cosa sia l’asbestos, non avete idea di quante domande ci sono sul asbestos! ASBESTOSSSS!!!! Passato il test riceverete un foglio, già con quello potrete presentarvi a lavoro ma poi dovrete comunque richiedere la tessera. Tutto il gioco costerà tra le 50 e le 70 sterline, dipende dove e se comprerete il manuale e la app per esercitarvi.
Quinto passo: APPLICATION APPLICATION APPLICATION. Preparatevi un CV in Inglese e tenetevi pronti i contatti di un paio di persone che possano procurarvi una lettera di referenze, a quest’ultima gli inglesi ci tengono parecchio. Detto ciò fate domanda per tutte le offerte di lavoro che vi passeranno davanti. Seguite le istruzioni che ogni compagnia vi indicherà. Spesso vi verrà domandato uno statement e/o una cover letter, online è pieno di guide a riguardo. Se non avete qualche native speaker in grado di correggere le vostre application trovatene uno, io cucinavo carbonara (senza cream) al mio coinquilino inglese in cambio delle correzioni. Tuttavia la cosa veramente importante è una sola: non mollate! Anche se non riceverete risposta o se le prime risposte saranno negative, una volta che avrete infilato il piede nella porta dell’archeologia inglese e avrete collezionato i vostri primi 3-6 mesi di esperienza sul campo, aggiungendo tacche sul manico della trowel, vedrete che trovare lavoro diventerà molto più facile, il difficile è ottenere il primo contratto. A me ci sono voluti quasi quattro mesi. L’esperienza pregressa in UK conta tanto ma state certi che se hanno bisogno, e ce ne hanno spesso in questo periodo, chiameranno anche le riserve delle riserve per rinfoltire i ranghi. Questo non per sminuire la vostra abilità di zappatori professionisti ma per non farvi demoralizzare se la ricerca all’inizio non va bene, dovete solo aspettare il progetto giusto.
Ovviamente nel frattempo è arrivata la Brexit e potrei dover virtualmente stracciare questo articolo a fine divorzio, tuttavia per ora resta valido.