Sono passati ormai diversi giorni da quando gli archeologi dell’Università di Siena hanno fatto ritorno in sede toscana dopo aver trascorso due settimane a Monforte San Giorgio, piccolo borgo siciliano nel messinese. Il lavoro svolto in questi primi 14 giorni rientra all’interno del Progetto “Percorsi bio_Grafici – Archeologia pubblica tra passato e contemporaneo”.
In un contesto come quello di Monforte, in cui le tracce della storia del paese appaiono frammentate e nascoste, il Progetto nasce come esigenza di lettura di questa complessità storica e come strumento di comprensione delle trasformazioni del paese stesso attraverso le numerose tracce lasciate della vita degli uomini leggibili nell’abitato contemporaneo.Il lavoro svolto dagli archeologi si è dunque strutturato a partire dall’applicazione delle metodologie di lettura archeologica ad un contesto contemporaneo in cui gli indicatori di trasformazione e di storicità sono visibili solamente nelle facciate degli edifici, antichi o moderni che siano, e nelle poche rimanenze “storiche” difficilmente individuabili da un occhio non abituato. Le due settimane sono state dedicate ad una mappatura sistematica di tutti gli edifici monfortesi, applicando una classificazione in cui sono stati evidenziati in primis edifici che presentano un interesse sia storico che di leggibilità stratigrafica dell’evoluzione dell’edificato, poi altri fabbricati che presentavano delle emergenze puntuali riconoscibili in piccoli dettagli o singole rimanenze storiche. Tra queste tipologie di edifici si inseriscono la restante maggioranza delle strutture edilizie che rappresentano il cosiddétto “rumore di fondo” della storia del paese: sono fabbricati cioè che non presentano alcuna peculiarità storico-artistica, né in questi è possibile leggere uno sviluppo dell’elevato ma in cui attraverso piccoli indicatori è possibile costruire una o più immagini del paese e della sua morfologia storica e contemporanea.
L’idea di fondo è quella di comprendere quando, come e perché questo paese della Sicilia, dell’Italia Meridionale e del Mediterraneo, inserito dunque in un contesto microecologico e macroeconomico, ha assunto la sua conformazione attuale.
Percorsi bio_Grafici si presenta inoltre come un Progetto di archeologia pubblica, leggera, condivisa e sostenibile: “leggera” perché non sono previsti interventi di scavo sul patrimonio, “condivisa” perché mira a ricucire il rapporto tra il paese e la comunità che lo abita e “sostenibile” nel tempo perché punta a costruire valori che si tradurranno in una nuova forma di sensibilità. Non sono mancati dunque momenti di confronto con la comunità monfortese, che ha raccontato la sua storia e ha espresso una necessità di rinascita, e con le scuole, attraverso una mattinata di laboratorio sul campo in cui i bambini della quarta e quinta elementare si sono cimentati nell’individuare gli elementi di trasformazione del loro paese.
Queste due settimane di lavoro non racchiudono però l’intero Progetto, esso è infatti strutturato su una lunga durata in cui attori diversi quali archeologi, architetti, artisti ed il Comune collaboreranno per individuare dei punti nodali in cui progettare e realizzare micro-interventi di riqualificazione del tessuto urbano e installazioni artistiche.
Percorsi bio_Grafici si presenta dunque, a mio avviso, come un Progetto del tutto innovativo, in cui Archeologia, Architettura e Arte si combinano tra loro per un fine unico, la rinascita socio-culturale di un piccolo paese del Mezzogiorno d’Italia in cui, citando una signora del luogo, “ogni persona che muore è una casa che si chiude” e che sembrava dunque destinato a scomparire.